Baseball & Softball Club di Rovigo : "Il nostro sogno? Il baseball per ciechi alle Paralimpiadi"

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{"uniqueId":"grid_articledcl","mobileExpanded":true,"html":"“Vogliamo che il baseball per ciechi diventi uno spot paralimpico. E' un percorso lungo, ma passa anche da Rovigo”. Lucio Taschin del Baseball & Softball Club di Rovigo racconta così il progetto che si è piazzato tra i 14 vincitori del Bando OSO della Fondazione Vodafone.\r\n“In Italia ci sono 11 squadre di baseball per ciechi, ma non ce n'è in Veneto. Con questo progetto speriamo che il movimento, in crescita in Europa e persino in paesi lontani come Cuba e Pakistan, possa attecchire anche nella nostra regione”, continua Taschin.\r\nNel 2018 la BSC Rovigo, fino ad allora frequentata da normodotati, ha partecipato a un convegno organizzato dalla Associazione italiana baseball per ciechi (Aibxc). “Da allora abbiamo capito che dovevamo aprire il nostro Club anche a non vedenti e ipovedenti”, spiega Taschin. “E' il nuovo modo di concepire lo sport: non solo agonismo e risultati, ma anche impatto sulla società e integrazione. L'aspetto più bello di questa disciplina è, infatti, che gli atleti ciechi vengono assistiti da allenatori vedenti”.\r\n“Io lo trovo molto divertente, ma anche di grande aiuto nella realtà di tutti i giorni”, racconta Giancarlo Berganti, fiosioterapista bolognese che gioca a baseball dal 1997. “Per noi non vedenti poter correre in sicurezza su un campo di gara significa acquisire una grande fiducia che poi ti è utile quando ti muovi in città”. Difficile immaginare un cieco che colpisca e insegua una pallina. “E' esattamente quello che pensai quando un amico mi disse se volevo provare il baseball: ma tu sei matto. E invece gioco ancora adesso che ho 50 anni”.\r\nIl movimento, si diceva, è in crescita. Ed è un movimento che parte dall'Italia. “Il baseball per ciechi è stato inventato qui ed è molto più vicino alla versione originale dello sport rispetto alla versione Usa per non vedenti”, spiega Berganti. “La palla ha all'interno un sonaglio, la prima base ha un emettitore di suoni mentre quelle successive sono indicate agli atleti dagli allenatori. Corriamo nel vero senso della parola e c'è persino chi si tuffa sulla base pur di battere sul tempo la squadra avversaria”.\r\nOra lo sport made in Italy sta facendo proseliti anche in Francia, Germania, a Cuba e in Pakistan. “Il vero sogno”, conferma Berganti, “è che venga praticato in un numero sufficiente di nazioni perché possa diventare sport paralimpico”. Intanto a ottobre squadre di diverse nazioni, compresa Cuba e una rappresentativa pakistana in arrivo da Londra, si ritroveranno a Roma per un torneo dimostrativo. L'8 settembre a Firenze invece ci sarà una gara tra i migliori sette atleti dei due gironi in cui si articola il Campionato italiano.\r\nE Rovigo? \r\n“Grazie al finanziamento della Fondazione Vodafone (30mila euro sui 44mila di costo del progetto, ndr) il nostro Club promuoverà anche in Veneto questo sport”, conclude Taschin.\r\n \r\n","react_component_name":"articleDclComponent",":type":"webaem/components/content/commonComponents/articleDCL"}