{"uniqueId":"grid_headingdcl_copy_copy","mobileExpanded":true,"level":"4","text":"Garofalo (Cadmi): “Con Bright Sky insegniamo alle donne a riconoscere la violenza. Anche quando è psicologica”","isLeading":false,"isTrailing":false,"hasNoGutter":false,"isCenterAligned":false,"react_component_name":"headingDclComponent",":type":"webaem/components/content/commonComponents/headingDCL"}
{"uniqueId":"grid_headingdcl_copy_copy_1678832235","mobileExpanded":true,"level":"5","text":"Al via la nuova campagna “Non è ok” della app ideata da Fondazione Vodafone, in collaborazione con la Polizia di Stato e la Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano. Obiettivo: mettere in guardia dal controllo coercitivo dei partner","isLeading":false,"isTrailing":false,"hasNoGutter":true,"isCenterAligned":false,"react_component_name":"headingDclComponent",":type":"webaem/components/content/commonComponents/headingDCL"}
{"uniqueId":"grid_bsvideo_copy","link":"https://www.youtube.com/embed/THjV4ffg96E","autoplay":false,"hideControls":false,"react_component_name":"videoDclComponent",":type":"webaem/components/content/productList/details/bsVideo"}
{"uniqueId":"grid_articledcl_copy","mobileExpanded":false,"html":"<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">Il cielo è un po’ più sereno per le donne da quando esiste <i>Bright Sky</i>. “In questi due anni trascorsi dal lancio, la app si è dimostrata uno strumento molto utile, anche se non si può sostituire al lavoro di un centro antiviolenza e quindi all’aggancio della donna che subisce violenze”, conferma Ada Garofalo, psicologa della Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano. Proprio Cadmi è tra i partner, insieme alla Polizia di Stato, che hanno collaborato con Fondazione Vodafone Italia per la messa a punto dalla app che fornisce risorse, supporto e strumenti concreti alle donne che subiscono abusi, violenza o maltrattamenti. In caso di emergenza, permette la chiamata rapida al 112, che può essere attivata con un singolo tocco su ogni pagina dell’app.</span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">Lanciata nel luglio del 2020, <i>Bright Sky</i> è stata scaricata e utilizzata da circa 11mila utenti italiane, mentre degli 11 Paesi in cui è presente (oltre all’Italia, UK, Irlanda, Repubblica Ceca, Romania, Portogallo, Sud Africa, Lussemburgo, Albania, Ungheria, Nuova Zelanda) i download sono stati 180mila.</span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">Ora <i>Bright Sky</i> è protagonista della nuova campagna “Non è ok” lanciata dalla Fondazione Vodafone: l’obiettivo è attirare l’attenzione su una particolare forma di violenza, il controllo coercitivo, troppo spesso sminuita dalle stesse donne che ne sono vittima che spesso dicono “<i>E’ tutto ok</i>”.</span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">“E invece no, non è affatto ok”, spiega Garofalo. “La violenza psicologica è invisibile, perché non lascia segni. Quella fisica è più difficile da negare, sia per chi la pratica che per chi la subisce. Il controllo coercitivo è più complicato da riconoscere e da far emergere, però è anche la violenza più diffusa”. Ma di cosa si tratta? “E’ quando la gelosia, che è un sentimento sano, degenera in possessività: se l’altro mi appartiene posso esercitare il controllo su tutte le sue azioni, dall’abbigliamento alle frequentazioni, dal denaro al lavoro… Questo controllo produce il progressivo isolamento della vittima, dai parenti, dagli amici, dai colleghi, finché si ritrova in una relazione sempre più simbiotica con il maltrattante”.</span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">L’arma migliore per contrastare il controllo coercitivo sulle donne è l’informazione. “Per esempio va fatta capire la differenza tra gelosia e possessività” continua Garofalo. “Culturalmente legittimiamo la gelosia, ma alla fine non vediamo più quando si supera il limite e si sconfina nella possessività. La donna accetta le richieste del maltrattante (“truccati meno, non ti vestire troppo scollata…”) e lo fa per rimanere nella relazione. Perché è chiaro che insieme alla violenza c’è una relazione sentimentale… Ci fosse solo violenza, le donne se ne tirerebbero fuori molto prima, ma c’è un coinvolgimento sentimentale che le tiene lì”.</span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">Anche una app come <i>Bright Sky</i> può aiutare le donne maltrattate a prendere consapevolezza del proprio stato, offrendo un primo strumento di autovalutazione del rischio e un questionario finalizzato a sfatare stereotipi e luoghi comuni. “Spesso le donne sentono di essere oggetto di qualcosa che le mette a disagio e le fa soffrire, ma non sanno dare un nome a tutto ciò”, dice la dottoressa Garofalo. “Con <i>Bright Sky</i> le aiutiamo a riconoscere la violenza e chiamarla con il suo nome”.</span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">Lo strumento della app è poi particolarmente adatto alle nuove generazioni: l’app è scaricabile a partire dai 16 anni. “Ragazze e ragazzi si informano sui social e in generale su piattaforme digitali. Per questo è fondamentale che su questi canali circolino informazioni corrette e verificate”, conferma la psicologa. “Le giovanissime sono sicuramente più informate di quanto non fossero le loro madri o sorelle maggiori. Nei centri Cadmi ne riceviamo tantissime che hanno imparato come fare tramite i social e gli incontri nelle scuole… Questo dimostra che parlare tanto di violenza serve ed è servito. E’ stato un fenomeno sempre presente, ma di cui non si è mai parlato, perché si consumava nei luoghi domestici e c’erano pregiudizi culturali. Oggi le donne sono più consapevoli, più informate e quindi chiedono aiuto prima”. E sul versante maschile? “A giudicare dai dati sulle violenze, si deve dedurre che non molto è cambiato”, risponde Garofalo. “Però è bello vedere durante le sensibilizzazioni nelle scuole come i giovani uomini si pongano più domande che in passato”.</span></p>\r\n","react_component_name":"articleDclComponent",":type":"webaem/components/content/commonComponents/articleDCL"}