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{"uniqueId":"grid_headingdcl_copy_copy_1678832235","mobileExpanded":true,"level":"5","text":"Grazie ai 20mila volontari di DreamLab abbiamo capito di più sui tumori. Ora vogliamo che diventino 2 milioni","isLeading":false,"isTrailing":false,"hasNoGutter":false,"isCenterAligned":false,"react_component_name":"headingDclComponent",":type":"webaem/components/content/commonComponents/headingDCL"}
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{"uniqueId":"grid_articledcl_copy","mobileExpanded":true,"html":"<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">“Ci troviamo con un enorme puzzle, in cui ogni tessera deve essere riconosciuta e rimessa al suo posto. Per far questo abbiamo bisogno di una grandissima capacità di calcolo”. Massimiliano Pagani usa questo esempio per raccontare la ricerca in corso nel laboratorio che dirige, quello di Oncologia molecolare e Immunologia dell’Ifom a Milano. E per spiegare come mai l’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro abbia deciso di avvalersi del progetto DreamLab, ideato dalla Fondazione Vodafone e che mette in rete gli smartphone degli utenti, durante la ricarica notturna, per farne una sorta di supercomputer diffuso. Un’idea che ha appena ricevuto il premio Smau Innovazione 2021. “Di notte”, spiega il professor Pagani, “quando le persone non utilizzano i device e li mettono in carica l’applicazione si attiva e fa una porzione di calcolo”.</span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\"><b>Professore, quanti hanno aderito all’iniziativa?</b></span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">“Adesso ci sono già più di 20mila dreamers che contribuiscono, quindi abbiamo più di 20mila device che lavorano tutte le notti per fare questi calcoli. Noi speriamo che anche grazie alla comunicazione di questo progetto i dreamers aumentino e questo renderà tutto molto più veloce, tutto molto più fattibile in tempi brevi”.</span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\"><b>Ecco, ma veniamo all’obiettivo finale di questo coinvolgimento delle persone comuni e dei loro device. A cosa serve?</b></span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">“Abbiamo ribattezzato questo progetto ‘Il cacciatore di cellule tumorali” e per capirne il senso occorre sapere in cosa consiste il nostro lavoro. Noi ci occupiamo di comprendere i meccanismi che regolano le interazioni tra le cellule del sistema immunitario e i tumori. Il sistema immunitario è il nostro miglior alleato per combattere i tumori, però quando queste patologie si sviluppano evidentemente vuol dire che ha fallito, che il sistema immunitario non sta riuscendo a combattere le cellule cancerogene. Per far questo dobbiamo caratterizzare l’ecosistema tumorale, cioè tutte le cellule che compongo il tessuto malato, siano esse sane o tumorali. Solo in questo modo potremo capire come mai alcune cellule del sistema immunitario falliscono e potremo intervenire su di esse. E’ il punto di partenza di immunoterapia 2.0 più mirata e che dia meno effetti collaterali”.</span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\"><b>Cosa significa “caratterizzare le cellule”?</b></span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">“Dobbiamo analizzarle una per una e farne l’identikit. Abbiamo un tecnica molto efficace che ci permette di analizzare migliaia di cellule in contemporanea. Ma poi occorre fare una grande quantità di calcoli. Ecco perché dico che ci troviamo di fronte a un enorme puzzle e ci servono dei supercomputer”.</span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\"><b>Come è venuta l’idea di usare DreamLab per questo scopo?</b></span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">“Siano entrati in contatto con Fondazione Vodafone, abbiamo conosciuto la app DreamLab e quindi deciso di lavorare insieme a questo progetto”.</span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\"><b>Ma i 20mila device che ora vi supportano che contributo hanno dato?</b></span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">“Dal punto di vista pratico è come se avessimo a disposizione 2000 computer da scrivania che eseguono calcoli ogni notte. Abbiamo un numero di cellule da analizzare e quindi una quantità di calcoli da fare che conosciamo già, ebbene: il 10% è stato effettuato grazie all’aiuto di questi 20mila volontari. Ma aldilà dell’aspetto pratico questa iniziativa è importante anche per un altro motivo”.</span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\"><b>Quale?</b></span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">“E’ un bel modo per fare <i>citizen science, </i>la scienza dei cittadini, per avvicinare le persone a questi progetti di ricerca e far loro comprendere che cosa facciamo e perché lo facciamo. Tutto è pensato in modo da agevolare la partercipazione: i device utilizzano il wifi per la trasmissione dei dati e nel caso non ci fosse un wifi ‘free’ usano la rete Vodafone che viene messa a disposizione gratuitamente, quindi partecipare al progetto non ha alcun costo. Inoltre, l’applicazione non parte da sola, le persone devono fare un gesto attivo prima di andare a dormire, devono dire: ok fai il calcolo. In questo modo non siamo troppo invasivi nelle scelte personali e si stimolano le persone a fare una scelta che ci aiuta. Viviamo un momento storico attraversato da forti spinte antiscientifiche e da parte degli scienziati riuscire a comunicare le proprie attività credo sia molto utile per migliorare il rapporto tra società e scienza. Non a caso il primo Samu Innovazione ci è stato assegnato proprio per aver usato questa applicazione che riesce a unire cose apparentemente inconciliabili, come appunto la scienza molto avanzata con le attività dei cittadini comuni. Si tratta di un vero e proprio ponte tecnologico”.</span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\"><b>Quali sono gli obiettivi per il futuro?</b></span></p>\r\n<p><span class=\"vfFontBodyRegular\">“Quando i <i>dreamers</i>, anziché 20mila, saranno 500mila o due milioni il loro contributo diverrà cruciale e si potranno concepire progetti scientifici più di frontiera rispetto a quelli attuali. Se questo primo esperimento avrà successo, ‘L’esploratore delle cellule tumorali 2.0’ sarà ancora più ambizioso e di grande supporto al nostro lavoro”.</span></p>\r\n","react_component_name":"articleDclComponent",":type":"webaem/components/content/commonComponents/articleDCL"}